Alcune persone urlano, altre ruminano i pensieri silenziosamente, altre mangiano.
La rabbia è una risposta legittima alla paura, alla frustrazione, al dolore e all’ingiustizia, ma non è un’emozione facile da gestire ed accettare perché esprimerla nella maggior parte dei contesti sociali viene giudicato fuori luogo.
Non sono necessari offese imperdonabili o eventi di grande ingiustizia sociale per farci arrabbiare, a volte basta anche un commento poco delicato da parte del nostro capo o un partner in disaccordo con noi. La rabbia è al livello adattivo la nostra reazione a situazioni potenzialmente dannose e dolorose, arrabbiarsi è un modo per prevenire la sofferenza, dovrebbe guidare all’azione e al cambiamento o almeno così dovrebbe essere.
Alcune persone urlano, altre ruminano i pensieri silenziosamente trattenendo la propria rabbia per evitare un conflitto, altri mangiano. Se sei una mangiatrice emotiva usi il cibo per gestire la rabbia verso gli altri e te stessa ed evitare situazioni dolorose. I tuoi pensieri quando vieni provocata, offesa o non validata positivamente si sposta immediatamente sul cibo. Perché? Perché il cibo è prima di tutto una fonte di distrazione, e quando inizi a pensare a patatine e cioccolata smetti di focalizzarti sulle emozioni. Mangiare poi ti fa sentire bene, anche solo se per pochi attimi. L’effetto anestetizzante o rinvigorente del cibo, dipende da quello che si cerca in quel momento, dura poco.
Appena l’effetto del cibo si attenua tornano infatti le emozioni, la rabbia è spesso accompagnata da vergogna e senso di colpa per aver mangiato un intero pacco di patatine senza nemmeno rendersene conto. E qui si entra nel loop, perché il rischio è proprio di tornare a mangiare per spegnere il cervello.
Come si spezza questo ciclo?
Perché il rischio è il mangiare emotivo si attivi quotidianamente o con grande frequenza e a scatenarlo sia anche solo la presenza di un leggero fastidio o nervosismo, non serve nemmeno più arrabbiarsi sul serio.
La soluzione è quella di trovare delle soluzioni per gestire la rabbia in modo efficace e non auto-distruttivo.
Quando qualcuno dice o fa qualcosa che potrebbe farti sperimentare la rabbia prova a pensare “Sono già arrabbiata per quello che mi è stato detto e fatto, se mangio rischio di sentirmi ancora peggio, andando a cercare grandi quantità di cibo croccante e scarica tensione. Quando mangio per rabbia è un po’ come se il potenziale conflitto con l’altro si riversi invece totalmente e con forza distruttiva su di me”. E’ chiaro che questo meccanismo non fa bene, dal punto di vista fisico ma anche mentale.
La rabbia è un’emozione universale, niente di cui dovremmo vergognarci. Gestirla mangiando è una strategia comune, anche se poco funzionale, e nemmeno di questo dovremmo vergognarci. Non ci aiuta sentirci uno schifo perchè mangiamo per gestire le emozioni, aumenta solo il carico e rende la situazione più difficile da gestire, Molte persone mangiano di tanto in tanto usano il cibo per gestire le emozioni, il problema è quando è l’unica modalità per affrontare rabbia & co e pesa sulla salute e la qualità di vita. Mangiare la rabbia non è davvero una soluzione a lungo termine.
Che fare?
- Per prima cosa esercitati nel riconoscere le tue emozioni e dare un nome alla fame.
- Accetta che dovrai confrontarti col l’altro, spiegando come e perché ti ha fatto arrabbiare (stai sullo specifico, niente generalizzazioni).
- Se non riesci da subito a parlare con la persona che ti ha fatto arrabbiare ed affrontare il problema, puoi intanto scrivere degli appunti, una lettera o parlarne con qualcuno di fidato per riconoscere gli elementi più importanti da comunicare. Scrivere poi ha la funzione di mettere nero su bianco parole e pensieri e la possibilità di razionalizzare meglio gli avvenimenti.
- Agisci, non marinare nella rabbia perché consuma.
- Sperimenta movimento e tecniche di rilassamento, respirazione e mindfuleness, aiutano a diminuire l’attivazione fisica delle emozioni negative.
- Pratica la gratitudine, per caricare positivamente e dare sollievo da pensieri ed emozioni negative.
Se ti serve ancora aiuto contattami per un primo colloquio telefonico gratuito.