E come praticarla a tavola.
La mindfulness NON è una religione, una medicina, una tecnica di rilassamento o la via per l’illuminazione. E’ invece la pratica dell’esserci nel qui ed ora, presenti, curiosi e attenti a quello che succede fuori e dentro di noi.
Perché tutti ne parlano? Perché siamo così sconnessi con le sensazioni e le emozioni che proviamo oppure connessi ma solo a internet e quindi distratti.
Non si tratta di lavorare sulla propria crescita personale ma affrontare la ita e i suoi eventi quotidiani e speciali con maggiore lucidità.
E’ un equipaggiamento speciale che costruiamo passo passo anche rispetto alle aree della vita che sono al momenti più difficili e conflittuali.
Praticare la mindfulness significa fare esercizio di presenza e nel presente, non è una one session in cui si risolvono tutti i problemi. Ogni azione della nostra giornata può diventare occasione per una pratica di mindfulness. Spostare l’attenzione su quello che sto facendo ora e fermare per un momento la mente che gira un criceto sulla ruota a mille all’ora.
Prendiamo il nostro rapporto con il cibo come esempio di un’azione quotidiana che spesso portiamo avanti in automatico e che molti vedono come area problematica.
Mindful eating
Ti capita mai di mangiare e non esserti nemmeno accorta che sapore aveva il cibo? Oppure di mangiare per fame emotiva? O ancora di abbuffarti così tanto che la pancia scoppia? In quelle occasioni probabilmente un po’ di consapevolezza alimentare ti sarebbe d’aiuto, per vivere in modo più soddisfacente il momento del pasto.
Il protocollo di mindful eating consiste in vari esercizi, vere e proprie meditazioni a tavola, che aiutano e concentrarsi nel qui ed ora, permettendo di sintonizzarsi con il corpo e ascoltarne sensazioni e bisogni.
L’esercizio più famoso è la meditazione dell’uva passa, che si concentra sull’allenamento dei sensi durante il pasto. Si impara a porre più attenzione a vista, gusto, olfatto e alla texture del cibo. Rallentare e abbassare il volume delle distrazioni, masticare e percepire la sazietà fisica e sensoriale.
A volte davvero basta il rumore di un sacchetto di patatine o la vista di un dolce per perdere la testa e poi pentirsene, oppure ti è capitato di sperimentare la poca soddisfazione nel mangiare in piedi per convenienza o distratta dalla televisione. Esercitarsi invece aiuta a disattivare il pilota automatico, che soprattutto in fatto di cibo parte senza che nemmeno ce ne accorgiamo.
E’ importante però eseguire gli esercizi supportati da una guida preparata ed allenarsi, perché la pratica della consapevolezza a tavola diventi un’abitudine o comunque sempre più facile da mettere in atto.
Ecco i tre vantaggi che si possono sperimentare fin dalle prime sessioni:
Il risveglio dei sensi e il piacere del cibo. Ti renderai subito conto del vero sapore del cibo e del fatto che gli alimenti processati spesso sono piatti e poco complessi. Molte persone che sperimentano la mindful eating si rendono conto che alcuni prodotti alimentari industriali che ritenevano buoni e irrinunciabili, una volta assaggiati con attenzione, non sono così entusiasmanti o piacevolei. Si rimane invece colpiti da aromi, consistenze e gusti autentici e si riscopre il piacere del cibo.
Si inizia a mangiare meno e meglio. Come conseguenza del punto sopra la qualità degli alimenti migliora e diminuisce la quantità.
Si attiva un processo di autoregolazione. La pratica permette di essere più presente, rallentare, ascoltare e cogliere i segnali di fame e sazietà. In pratica si lascia fare il proprio mestiere all’ipotalamo, la parte del cervello che si dovrebbe proprio occupare di regolare i segnali di fame, tornando così ad un modo di mangiare più intuitivo e sereno.
La mindful eating è il primo passo per fare pace con il cibo e attraverso la pratica diventa quasi un gioco, che permette di sviluppare e mantenere sane abitudini a tavola. Per quel che mi riguarda mi aiuta a mangiare più lentamente e stimola la curiosità di provare cibi nuovi e ascoltare il mio corpo, che come tanti spesso metto da parte per occuparmi di tutto il resto. Bastano però pochi minuti e un buon pasto mangiato in modo consapevole per rimettere in sintonia corpo e mente.
Se vuoi avere informazioni sul protocollo mindful eating MB-EAT e capire se può essere un percorso adatto a te, contattami.